“Quanto vorrei tornare a quel mondo spensierato
Sedermi intorno al fuoco ed ammirare sopra di me il cielo stellato”“Sono il figlio di Damasco, sono damaschino
Dalla città più antica del mondo è incominciato il mio cammino.”“Un fiume così grande che a guardarlo sembra un mare
Disseta i villaggi e le città senza mai seccare”
“Quando ero piccolo andavo a scuola a studiare
La mia testa volava lontano ma bisognava imparare.”
Il periodo legato alla crisi sanitaria e alla conseguente richiesta di restare chiusi in casa ha destabilizzato la vita di molti di noi, ma tante iniziative sono state pensate e messe in pratica per contrastare la distanza sociale.
Proprio in questa direzione, grazie alla proposta di una studentessa universitaria del territorio, è nato un progetto di integrazione che ha visto coinvolti i ragazzi accolti nella struttura di Fondazione Somaschi nel SIPROIMI di Gorgonzola (in Lombardia) e un gruppo di giovani residenti proprio nella stessa cittadina.
Il Servizio di accoglienza ha come obiettivo l’inserimento sociale degli ospiti accolti, tale percorso passa attraverso la conoscenza del territorio, dei servizi e la creazione di una rete sociale, elementi indispensabili per acquisire competenze ed autonomia
L’idea iniziale è stata quindi quella di creare legami tra pari al fine di favorire l’integrazione e la formazione di una rete sociale sul territorio.
Al progetto hanno partecipato cinque ragazzi e l’educatrice dello Siproimi, una volontaria del Servizio Civile e tre giovani cittadini di Gorgonzola.
Grazie all’utilizzo dei social il gruppo ha potuto conoscersi, vedersi e raccontarsi a distanza.
Nel corso degli incontri ciascuno ha raccontato qualcosa di sé, del proprio paese, la quotidianità in quarantena e le proprie passioni; tra queste anche quella per la musica, da cui è emersa l’idea di raccogliere queste esperienze e creare una canzone. Sassofono, ukulele, chitarra, tamburo hanno accompagnato le loro storie.
Appena poi è stato possibile il gruppo si è incontrato anche di persona e si è unito ancor di più, tanto che i giovani del territorio sono diventati un punto di riferimento per gli ospiti.
Gli operatori hanno potuto toccare con mano i benefici del progetto: maggior coesione tra i ragazzi, miglioramenti nella lingua italiana, motivazione al portare avanti i propri percorsi di integrazione, confronto con altre realtà, sostegno reciproco e condivisione delle difficoltà.
L’impegno è quello di portare avanti queste relazioni, creando altre occasioni di incontro.
Noi di Fondazione Somaschi ringraziamo ancora una volta tutti gli educatori ed i ragazzi di Gorgonzola per averci raccontato di questa bellissima iniziativa e gli facciamo un grande In bocca al lupo per il proseguimento del progetto.
“C’è chi può prendere un volo
E chi attraversa il mare in burrasca
Entrambi con lo stesso sogno
Entrambi sulla stessa barca
Ragazzi italiani braccianti in Australia
Col caldo torrido che brucia la faccia
Indipendenti e lontani in giovane età
Scelte di vita e chi scelte non ha”